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Viaggiatori per “diporto” nella Napoli di antico regime

Paola Avallone

Abstract


Per il periodo preunitario siamo ancora lontani dall’idea di turismo nell’accezione attuale e ancor di più non si può parlare di turismo di massa. Operatori turistici come Thomas Cook arriveranno in Italia solo nella seconda metà dell’800 quando ormai è in declino il Grand Tour. Diffusosi a partire dal XVII, il Grand Tour era inteso come quel lungo viaggio nell'Europa continentale effettuato dai ricchi giovani dell'aristocrazia britannica e destinato a perfezionare la loro educazione con partenza ed arrivo in una medesima città. Questo viaggio poteva durare dai pochi mesi fino a 8 anni. Le destinazioni principali erano la Francia, l'Olanda, la Germania, ma aveva come obiettivo privilegiato l'Italia e Roma, e di norma includeva le tappe di Venezia, Firenze, Bologna, Pisa e Napoli. Durante il Tour, i giovani imparavano a conoscere la politica, la cultura, l'arte e le antichità dei paesi europei. Passavano il loro tempo facendo giri turistici, studiando e facendo acquisti. L'Italia con la sua eredità della Roma antica, con i suoi monumenti, divenne uno dei posti più popolari da visitare. Oltre alla conoscenza del mondo antico gli Inglesi vennero così a contatto con le opere di Palladio e con il Neoclassicismo. Napoli, soprattutto quando divenne Capitale con l’arrivo della dinastia borbonica sul trono, era tra le mete finali dei grandtouristi. Oltre alle bellezze naturali e al tepore del clima mite durante tutto l’anno, l’élite culturale europea era interessata alla storia e all’arte del sud della penisola. L’Italia meridionale raccoglieva l’eredità della Magna Grecia e le suggestioni dell’Impero Romano, che si potevano ammirare sia a est che a ovest della città. Ma c’erano anche il Vesuvio, la Solfatara, i Campi Flegrei, luoghi legati ad eventi impressionanti e scientificamente ancora non provati, e che sollecitavano la curiosità di naturalisti, studiosi di flora e fauna ma anche di pittori e artisti in generale. Ma quali erano le vie ed i mezzi di trasporto per arrivare nel Regno? Dove potevano rifocillarsi i viaggiatori? Quali erano i documenti che dovevano presentare alla frontiera? E ancora: chi erano, dove alloggiavano? Il lettore potrà trovare le risposte nell’articolo, frutto dell’elaborazione di una ricerca condotta su documentazione dell’epoca.

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storia; turismo; economia

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DOI: http://dx.doi.org/10.6092%2F1970-9870%2F150

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